Un’occasione per confrontarsi e incontrarsi, mettere sul tavolo idee e progetti, condividere strumenti e affilare il nostro senso critico. Si è parlato di città, di spazi pubblici, di lotte e di occasioni, per fare emergere e mettere in luce le isole della città sommersa.
Quando venticinque anni fa è stato occupato il Cecco Rivolta si è avviato un piccolo esperimento collettivo, e nessuno si sarebbe mai immaginato che sarebbe durato così a lungo. In questo quarto di secolo è cambiato tutto: gli abitanti, la casa, il mondo. il progetto è sopravvissuto assecondato queste trasformazioni, superando le rigidità, accogliendo il movimento.
Tantissime persone hanno attraversato la casa, hanno calpestato il vecchio pavimento di cotto, lanciato un ceppo nel camino, goduto del suo giardino in primavera, organizzato feste e cortei, partecipato ad estenuanti discussioni e liti furibonde. Ognuna di queste esperienze ha fatto di questa casa in collina una delle isole di questa città sommersa dalle merci, dai flussi finanziari, dai turisti. Poco importa se chi la pensa provi rancore o amore incondizionato: quello che conta è che questo pezzettino di territorio è parte di una mappa condivisa.