Questo cerchio è il frutto di un percorso iniziato il 29 marzo 2025, quando la Venere Biomeccanica è stata risvegliata da un torpore durato due decenni. Riteniamo che la connessione dell’assemblea venerala.org con la rete di collettivi Wish Parade, ossia la convergenza che ha alimentato questa esperienza, sia significativa per almeno due aspetti: l’eterogeneità delle persone coinvolte e, soprattutto, l’intergenerazionalità di tale riunione.
Nata sull’onda della resistenza alla rinnovata repressione anti-rave, elettrizzata dalla possibilità di comunicare mediante un linguaggio meticcio tale da smuovere le nuove generazioni verso la mobilitazione, la rete Wish Parade sta portando avanti un graduale percorso di politicizzazione intersezionale dei collettivi e delle collettive artistiche che la animano. L’evoluzione delle azioni compiute nell’ultimo anno tra presidi sonori e street parade ne è la traccia.
L’assemblea di recente formazione venerala.org è invece una miscela variamente composita; al proprio interno, infatti, c’è chi nel 2003 faceva parte di Netwip – Odissea PER lo spazio (il movimento che scelse di occupare l’ex Meccanotessile di Firenze per la creazione del cantiere da cui è poi sorta la Venere); fanno parte dell’assemblea alcune figure che hanno attraverso diverse esperienze di autogestione e occupazione a Firenze; infine, l’assemblea è composta da persone singole quali attivist3, artist3 e studios3 i cui contributi rendono l’amalgama specialmente proteiforme.
È opportuno soffermarsi sulle affinità che legano venerala.org e la rete Wish Parade. Tali analogie si riassumono nel Workshop che si è svolto il 27 giugno 2025 presso il Cecco Rivolta, durante la tre giorni di celebrazione dei 25 anni di vita collettiva del “ghetto supergiovani antinoia”. Il Workshop si è focalizzato sull’uso temporaneo degli spazi come opportunità per riattivare desideri collettivi e pratiche di autogestione, ed è stato un punto di snodo fondamentale per tentare di iniziare a mettere in pratica le riflessioni politiche comuni emerse.
Oltre a questa attività laboratoriale, quali sono gli altri punti di contatto fra la rete di collettivi Wish Parade e l’assemblea venerala.org?
Un primo punto risiede nei contenuti del manifesto prodotto dalla rete di collettivi Wish Parade. Il manifesto mette in chiaro la volontà della rete di auto-rappresentarsi al cospetto delle dinamiche politiche locali, al fine di avanzare tre richieste per sopperire alla mancanza dei servizi messi a disposizione della cultura dal basso: la concessione di uno spazio che, smarcandosi dalla messa a rendita dei luoghi di aggregazione sociale, legittimi le pratiche di autogestione; il rifinanziamento del progetto Extreme portato avanti dalla Cooperativa Sociale CAT; l’ampliamento del servizio notturno offerto dal trasporto pubblico locale e la fornitura di bagni pubblici.
Un secondo punto si basa sui valori e gli ideali che hanno segnato le azioni di chi oggi fa parte dell’assemblea venerala.org (e ieri ha dato corpo alle istanze di vari movimenti dal basso): la riconquista del diritto collettivo, autogestito e non mercificato agli spazi; il contrasto dei progetti speculativi che nel presente (come nel passato) devastano (hanno devastato) la città di Firenze, rendendola una terribile Disneyland del Rinascimento a dimensione dei grandi capitali; un uso sociale degli spazi e delle risorse pubbliche; l’autogestione delle esperienze artistiche, culturali e politiche.
Un terzo punto consiste nel realizzare che il contatto fra realtà distinte, ossia l’intersezione tra gruppi di persone di età, estrazione e formazione differenti, sia assolutamente necessario per pensare di poter opporre una resistenza in grado di creare un’alternativa al paradigma politico-economico neoliberista che svuota di umanità le società occidentali.
Una precisazione: quest’ultima osservazione non vuole giustificare un’esaltazione a priori dell’incontro che è avvenuto fra la rete di collettivi Wish Parade e l’assemblea venerala.org; chiunque sia portatore/portatrice di spirito critico e di memoria, infatti, potrà (se vorrà) cogliere certe contraddizioni legate alla ri-attualizzazione della Venere Biomeccanica. Ma questo non significa doverle trattare come aporie, come impossibilità di soluzione delle contraddizioni. Piuttosto come fonte vitale per pensarsi nel mondo.
Prendersi cura di possibili contraddizioni rappresenta una possibilità di far convergere le istanze dei diversi movimenti sociali. Ed è in quest’ottica che, da quando abbiamo celebrato la recente gravi-danza della Venere, ci siamo moss3 insieme a lei in luoghi diversi e significativi: il presidio permanente dell’ex-GKN; la fattoria senza padroni Mondeggi Bene Comune; le strade di Firenze e i prati del Parco delle Cascine; il Cecco Rivolta; il Lumen… e poi? In corteo il 6 settembre a Milano per reagire allo sgombero del centro sociale occupato Leoncavallo? In difesa di un picchetto sindacale? Per celebrare un nuovo cantiere sociale autogestito? Chissà.
Quel che è certo è che la Venere Biomeccanica è di nuovo in viaggio per avviare ed esplorare nuove connessioni, e noi siamo semplicemente a disposizione di questa espansione. Fiducios3 che solo così possa innescarsi un’intenzione collettiva di ri-unione dei saperi e delle pratiche di resistenza. Superando insieme quegli ostacoli abilmente architettati per disinnescare le convergenze tra i movimenti dal basso che lottano per un mondo migliore.
Ringraziando Lumen per l’ospitalità, concludiamo ricordando che questo cerchio vuole essere un insieme plurale di voci e idee. Vuole essere inclusivo e stimolare una partecipazione cosciente e desiderante. Per rendere sempre più reale l’orizzonte di uno spazio pubblico orizzontalmente autogestito che sia safer e, di conseguenza, a disposizione di tutt3.
Per questo motivo, in continuità con il Workshop di giugno al Cecco Rivolta, il cerchio di oggi ambisce a dare vita ad un “laboratorio politico generativo”. I prossimi momenti di confronto si terranno il 14 e il 21 settembre, sempre qui, al Lumen; sarà l’occasione di tentare, con chi vorrà esserci, di ideare e strutturare un autunno in cui cresca il livello del conflitto, se a Firenze continuerà ad essere ignorato il valore della socialità auto organizzata.