Il desiderio di parlare di “lotte situate” è quello di (ri)trovare una forza e un orizzonte comune su cosa significhi, oggi, locale e territorio. Il suggerimento è vedere un sentiero tracciato dall’opposizione alle grandi opere strategiche, al disboscamento e ai progetti di riconfigurazione del territorio, nonché all’ampliamento di basi militari. Un’indicazione che ci arriva da queste lotte è la necessità di riflettere su che cosa significhi abitare luoghi considerati “marginali”, e perciò votati a essere bacini per estrarre energia e forza lavoro. Nel Mugello, dove ha ripreso vita e nuova energia la lotta contro l’impianto eolico industriale di Monte Giogo di Villore, la sfida è opporsi all’ennesimo progetto devastatore anche abitando la montagna in forme differenti (nei giorni passati sul crinale a ricostruire i bivacchi, ci siamo scambiate tecniche e saperi – chi proveniente dalle città vicine, chi abituata a coltivare la terra, chi conoscitore dei segreti della montagna). Questo ci sembra prezioso per “rianimare” la nostra idea di abitare, evitando di costringerla in false dicotomie (una su tutte quella città-campagna) per renderla più nomade, più varia e trasmutabile, capace di far esistere nuove forme comuni. Potrebbe darci la possibilità di leggere insieme l’opposizione alla guerra, la diserzione, la costruzione di altri mondi.
Verso il campeggio 2-6 luglio 2025!
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