Bryn Jones aka Muslimgauze (Manchester, 1961-1999) è una storia nella storia della musica contemporanea.Un galassia musicale a se stante, un progetto vertiginoso, infinitamente mutevole eppure determinato e ossessivo, capace, nella sua iper-prolificità (una discografia mostruosa, che continua a crescere anche dopo tanti anni dalla sua morte), di attraversare ogni stile della musica elettronica e ridefinirlo secondo un preciso approccio espressivo, estetico e politico.Dai primi anni 80 la causa palestinese e poi tutte le fibrillazioni ed i conflitti dell’intero mondo islamico, diventano il file rouge che lega la vita artistica del musicista inglese.La musica del medio e lontano oriente, le sue voci e i suoi soundscapes, i suoi strumenti e ritmi tradizionali vengono suonati, processati, filtrati e ricombinati da analogiche tecnologie elettroniche, scolpendo un dirompente connubio di ancestrale e distopico, istintivo e senza compromessi.Tutto senza essere un musulmano e senza mai allontanarsi davvero da Manchester.Ha vissuto tutta la sua vita facendo musica.La sua comunicazione è sempre rimasta stringata e remota: poche interviste, pochi concerti e persino fotografie, nessun testo -la sua sterminata produzione è interamente strumentale-, pochi privati statements, comunicando esclusivamente attraverso la musica e i dischi, intesi non solo come formato fisico della musica ma anche come vettore iconografico e prodotto artistico, prima e dopo internet, fino alla sua prematura scomparsa.Tanto parco nella comunicazione quanto frontale, inflessibile e provocatorio nei titoli, nell’immaginario e nei riferimenti e campionamenti.Muslimgauze è una parabola di disperazione politica ed estasi musicale.