La Venere Biomeccanica si è materializzata al Festival di Letteratura Working Class all’ex Gkn di Campi Bisenzio. E’ tornata. Si è rifatta carne, per noi, per tutti. Riapparsa dicono, prima come lieve nebbia, poi come metallo, tubi e bulloni.
In un momento difficile della lotta per la reindustrializzazione e il piano di rinascita la Dea si pone materialmente a fianco del progetto di Fabbrica Socialmente Integrata decidendo di presidiare il Festival.
Lo fa con la presenza viva del suo corpo.Lo fa con la fluidità della sua voce. Desidera esserci.
Desidera abitare questo spazio in cui la working class si racconta e si fa storia, abitare questo immaginario strappato al tritacarne della finanza e dei profitti sulla pelle delle persone e del territorio.
Desidera sostenere le vite e le istanze di tutte coloro che da anni lavorano per l’attuazione di un nuovo piano industriale e per la riconversione dello stabilimento in produzione di pannelli solari e cargo bike.
La nuova materializzazione della Venere è il risultato di una connessione, di un gancio spazio-temporale, di un’affinità elettiva tra la Dea e questo spazio di lotta collettiva. Anche la sua casa a Rifredi, l’Ex Meccanotessile Officine Galileo, è stata una fabbrica come la GKN, grande, florida, potente, che poi, come la GKN, è rimasta schiacciata nel processo che spinge da oltre 80 anni i luoghi della produzione nelle periferie, nell’hinterland, al Sud, fuori dall’Italia, alla ricerca disperata di abbattere i costi e aumentare il profitto.
In questi ventidue anni ha sognato l’eco delle voci delle persone che un tempo muovevano le grandi macchine della fabbrica. Ha rivissuto le lotte operaie del 1959, quando i lavoratori scesero in strada per salvare dal licenziamento più di 1000 persone.
Lei, Dea della connessione, del meticciato culturale, è stata evocata dalla lotta di una comunità che da anni chiede di essere ascoltata, che ha progetti per il futuro, inserita, connessa e stratificata sul territorio.
La Dea ha deciso di portare al festival la presenza viva del suo corpo, la fluidità della sua luce, di mostrare un altro pezzo della città sommersa.
I suoi occhi ci indicano dove guardare, la sua determinazione ci invita all’azione.
Adesso La Venere è al Festival di Letteratura Working Class